Lun-Ven 9.00-18.00 - +39 393 4523697

- Login

violence women

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.


I dati della Polizia italiana nel report “Questo non è amore” riportano che il 36% delle donne subisce maltrattamenti, il 27% stalking, il 9 % violenza sessuale e il 16% percosse.
Questo resoconto fa capire che c’è ancora molta strada da fare nel ridurre il fenomeno ma altrettanta ne è stata fatta. Alla fine degli anni 60’, i gruppi femministi radicali nordamericani furono i primi soggetti politici a battersi affinché la violenza contro le donne smettesse di essere un problema privato di cui tacere. Dai movimenti radicali originarono le prime esperienze di gruppi di autocoscienza, i rising consciousness groups, che diedero a loro volta origine ai primi centri che si occupavano di accogliere e aiutare le vittime di violenza. Da queste esperienze si sviluppò un modello di lettura della violenza domestica fondato sul paradigma della società patriarcale. Gli uomini sono violenti perché violenta è la loro natura. Vengono allevati ad usare la violenza contro le donne per tenerle in una condizione di subordinazione.
Grazie al processo di decostruzione messo in atto dalle Women’s studies, che hanno attraversato la cultura e il sapere degli ultimi quarant’anni, in molti campi disciplinari, le donne hanno iniziato a comprendere i meccanismi che la cultura e la storia ha messo in atto per deprivarle del loro valore e sono impegnate a ricostruirsi una identità e uno spazio valoriale positivo che corrisponda alle loro effettive competenze e capacità. L’uomo, però, non è ancora pronto al cambiamento e spesso si sente disorientato di fronte ad una donna che mostra sicurezza, che non nasconde la propria personalità e le proprie capacità intellettive e che rifiuta di celarsi dietro alle convenzioni sociali. Di fronte a questo tipo di donna, l’uomo si trova in una continua competizione con lei che lo destabilizza e soprattutto gli toglie sicurezza, e facilmente ricorre all’uso della violenza quando la donna, con le sue scelte e il suo operato, minaccia la sua identità affettiva e sociale.
Forti e fieri di questa storia bisogna guardare avanti.
Le implicazioni psicologiche, di chi mette in atto una violenza sulle donne sono molteplici. Chi commette un femminicidio non lo compie per un tradimento ma perché ha una personalità disturbata. E’ importante chiarire che il maltrattante si comporta allo stesso modo anche se cambia partner.
Alcune problematiche sono presenti in molti uomini, come quella dell’abbandono, la cui origine si individua nella maggiore difficoltà che l’uomo incontra nel distacco dalla condizione infantile di fusione e identificazione con la figura materna, al fine di acquisire una identità sessuale maschile. Quindi in condizione di conflitto la violenza diventa strumento per affrontare il fantasma persecutorio materno.
Inoltre per comprendere l’abbandono bisogna ricorre alla diversità di generi. Il maschio tende a sviluppare i propri rapporti sociali sul fare, ad esempio, interessi lavorativi o una attività sportiva. Ciò lascia poco spazio allo sfogo emotivo, al sostegno e alla condivisione dei problemi, più tipica dei rapporti femminili. La donna forma reti sociali più solide e relazioni più profonde che potranno sostenerla in momenti difficili.
Essere in grado di entrare in relazione con l’altro, toccando i sentimenti e le emozioni, presuppone aver imparato cosa significhi il rispetto per sé e per l’altro. Senza questa qualità è difficile rimanere nel proprio spazio e si rischia di ledere il vissuto del partner. Quando l’uomo fa confusione tra amore e possesso diventa incapace di rispettare l’altra persona nella propria individualità e nel proprio diritto di vivere autonomamente.
Si riscontrano atti di violenza anche in momenti delicati e vulnerabili della donna, ad esempio quando è in gravidanza e necessita di maggiore protezione e cure da un punto di vista emotivo, finanziario e di autonomia. Purtroppo in questi casi, i cambiamenti legati alla gravidanza sono vissuti dal partner come un’opportunità per stabilire potere e controllo sulla donna.
Quindi se siete coinvolte in situazioni simili, è bene denunciare ogni tipo di comportamento violento, rivolgendosi alle Istituzioni, alle figure di riferimento del Sistema sanitario nazionale, ai centri anti-violenza e a dei professionisti qualificati.
La libertà e la serenità sono valori irrinunciabili. E’ necessaria una società libera dalla violenza sulle donne, consapevole della gravità del fenomeno e della necessità di fermarlo con urgenza.

È possibile avere maggiori informazioni e richiedere una consulenza psicologica con il dott. Aldo Marinacci, anche on-line :

https://studioarmoniamarinacci.it/richiedi-appuntamento.html
https://studioarmoniamarinacci.it/consulenza-online/levels.html

 

Dott. Aldo Marinacci
Psicologo – Sessuologo Clinico
Psicologo Dinamico e Clinico, Specializzato in Sessuologia Clinica con Approccio Integrato, presso l’Istituto di Sessuologia Clinica (I.S.C.) di Roma.
Iscritto all’albo della Federazione Italiana Sessuologia Scientifica (F.I.S.S.) e alla Società Europea di Medina Sessuale (ESSM)

E' vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti digitali (Audio, Video e Articoli).

Le indicazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute psicofisica e il lettore. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

armonia banner 980x560

Ultime News

Edmonds Roofing

Ultime Testimonianze

I piu letti

Ultime Testimonianze Pazienti

O seguici sui Social Network!

Clicca sul social network che preferisci e rimani sempre aggiornato con le ultime news del Dott. Aldo Marinacci